Riclassificazione sismica: la proposta del GdL FOIV
Nell’ambito delle attività della Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto (FOIV), il Gruppo di Lavoro Sismica si occupa delle problematiche relative al rischio sismico del territorio regionale, con particolare riferimento alla conoscenza, divulgazione e applicazione delle leggi/normative di settore, siano esse regionali o nazionali, con l’obiettivo di incrementare la percezione del rischio sismico e favorire adeguati e conseguenti comportamenti da parte dei cittadini.
Il Gruppo di Lavoro è costituito dai seguenti colleghi ingegneri, in rappresentanza dei rispettivi Ordini provinciali di appartenenza: Daniele Bortoluzzi (BL), Benedetta Cameran (PD), Federica Zanetti (PD), Alessandro Frigato (RO), Fabio Balliana (TV), Francesca Domeneghetti (VE), Massimo Di Girolamo (VI), Leonardo Cappi (VI), Elisa Silvestri (VR) ed è coordinato da Gian Pietro Napol (TV).
Nel corso del 2019, il Gruppo di Lavoro ha aderito e partecipato fattivamente alla buona riuscita della seconda giornata nazionale della prevenzione sismica, caratterizzata dal motto: “Diamoci una Scossa”, promossa dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Consiglio Nazionale degli Architetti, Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, Fondazione Ingeneri e Architetti iscritti a INARCASSA, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e RELUIS.
Lo scopo principale di tale iniziativa era quello di comunicare al cittadino l’importanza del significato di “rischio sismico”, letto attraverso una diagnosi semplificata del “proprio edificio” e divulgare gli strumenti legislativi a sua disposizione per raggiungere traguardi di riduzione del rischio. Strumenti che, attraverso la leva fiscale, si presentano assolutamente appropriati sia dal punto di vista tecnico che finanziario.
In quest’ultimo periodo del 2020, il Gruppo di Lavoro, con il coinvolgimento della Federazione degli Ordini degli Architetti, dell’Ordine Regionale dei Geologi, dell’ANCI Veneto e dell’ANCE Veneto, ha predisposto una proposta di delibera da sottoporre all’attenzione della Regione, competente in materia,perclassificare in zona sismica 3 tutti i Comuni veneti attualmente classificati in zona 4.
Tale proposta, qualora adottata dalla Regione, consentirebbe di conseguire dueimportanti risultati: rendere la classificazione sismica deicomuni veneti attualmente in zona 4 adeguata e coerente alla mappa di pericolosità sismicanazionale di riferimento e la possibilità dei cittadini e delle imprese, anche nei suddetti Comuni, di poter accedere aconsistenti benefici fiscaliperinterventi di riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio esistente.
Attualmente sono 162 i comuni veneti, secondo la D.C.R. 67 del 03/12/2003, classificati in zona sismica 4: 1 comune nella provincia di Belluno; 72 nella provincia di Padova; 35 nella provincia di Rovigo; 6 nella provincia di Vicenza; 20 nella provincia di Venezia e 28 nella provincia di Verona.
I criteri generali per la classificazione sismica riportati nell’OPCM n. 3519/2006, in coerenza con la mappa della pericolosità sismica del territorio nazionale predisposta dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, inquadrerebbero già i suddetti territori comunali in zona sismica 3.
Infatti, l’accelerazione orizzontale prevista al suolo agneisuddetti territori è sempre superiore a 0,05g (dove g è l’accelerazione di gravità), valore che rappresenta il limite di separazione tra la zona sismica 4 (definita da valori di ag inferiori a 0,05g) e la zona sismica 3 (con valori di ag compresa tra 0,05 e 0,15g).
Anche le norme regionali del governo del territorio ed in particolare la L.R. n. 14 del 6 giugno 2017 e la L.R. n. 14 del 4 aprile 2019 si prefiggono, tra l’altro, la “rigenerazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare”, riconoscendo la necessità di attuare politiche di prevenzione e messa in sicurezza del patrimonio esistente anche rispetto al rischio sismico.
L’inserimento di suddetti territori comunali in zona sismica 3, i cittadini e le imprese (attualmente esclusi in quanto in zona 4) potranno usufruire delle agevolazioni fiscali (sisma-bonus) di cui al D.M. n. 58 del 28 febbraio 2017 e sue successive modificazioni ed integrazione, nonché del super-bonus al 110% introdotto dalD.L. n. 34 del 19 maggio 2020, per interventi di riduzione del rischiosismicodelle costruzioni.
Tale riclassificazione non comporterebbe maggiori oneri sia in termini di progettazione, esecuzione e collaudo delle opere strutturali, sia in termini di adempimenti tecnico-amministrativi, e questo anche alla luce delle ultime modifiche introdotte al D.P.R. 380/2001 mentre, di contro, consentirebbe l’accesso ad importanti incentivi economici statali anche in tali territori, con ricadute positive, concrete e a costo zero per la Regione, per la conservazione e messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente e il rilancio del settore edilizio.
L’iniziativa si fa ancora più urgente e necessaria alla luce della crisi economica conseguente alla pandemia COVID-19.