Quasi 1.300 dal Veneto, ma anche dal resto d’Italia, si sono connessi oggi pomeriggio al webinar “Superbonus 110% ancora troppi dubbi. Le risposte per gli ingegneri” organizzato dalla FOIV – Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, di ANCE Veneto e del CUP (Comitato Unitario delle Professioni) del Veneto. Un evento ad alto tasso di concretezza, per fugare i dubbi dei professionisti chiamati a operare sul campo e a dare risposte alla comunità.
“Siamo in un guado difficile da attraversare, alla ricerca quotidiana di un percorso percorribile per approdare all’altra sponda – commenta il presidente della FOIV, Pasqualino Boschetto -. Siamo consapevoli che forse fino all’ultimo minuto non avremo certezze su questa materia così delicata e che ci sono parecchie questioni aperte: ne è prova il fatto di dover attendere la prossima legge di bilancio per capire come si andrà a finire. Ma a prescindere dalle novità di quest’anno, anche sulle leggi precedenti rimangono molti dubbi e questo mette noi ingegneri a rischio di errori e di dare un cattivo servizio, al di là delle responsabilità civili. Noi possiamo prenderci delle responsabilità quando non facciamo bene il nostro lavoro, ma in questo caso avremmo anche molte attenuanti. Ci dispiace, perché ci voleva solo un po’ più di attenzione da parte della politica per anticipare e prevenire i problemi, coinvolgendo e confrontandosi anticipatamente con le professioni tecniche”.
Patrizia Gobat, presidente del CUP Veneto, ha sottolineato l’importanza strategica del PNRR per il territorio e per le professioni, aggiungendo poi: “Questo e gli altri bonus relativi alla casa comportano una serie di dubbi interpretativi, non solo per gli ingegneri, e questo crea non poca incertezza negli utilizzatori e negli operatori. Pensiamo solo alle ultime novità del decreto in tema di asseverazioni e visto pesante. Quello che ci auguriamo tutti è che la burocrazia non diventi un deterrente alla riqualificazione del nostro patrimonio immobiliare, occasione unica per far ripartire anche il settore delle costruzioni”.
Il presidente di ANCE Veneto, Paolo Ghiotti, ha evidenziato l’urgenza per l’edilizia di “dare risposte completamente diverse rispetto al passato. Abbiamo costruito troppo e male e forse per questo siamo caduti in questa crisi, per l’incapacità di saper leggere il futuro e dare risposte adeguate. L’edilizia del passato non può più continuare. La nuova edilizia deve prevedere ricostruzioni o ristrutturazioni. Nel periodo 2008-2018 abbiamo perso il 50% delle aziende edili, adesso invece stiamo cavalcando un’onda, ma come tutte le leggi quando vengono applicate si finisce in una ragnatela dalla quale è difficile districarsi. Resta poi una domanda: siamo pronti per assorbire una mole di lavoro così elevata? Oggi l’unica certezza è l’incertezza. Serve una politica che sappia guardare al futuro di ciò che ha costruito. Per dirla con un esempio: abbiamo messo su una bella strada una macchina estremamente performante, ma per vincere la gara servono anche dei piloti capaci”.
Si è quindi entrati nel merito dei quesiti tecnici, raccolti dal gruppo di lavoro FOIV ed esposti da Piero Maritan, Mariano Zanini e Giordano Contin. Molte le domande sottoposte agli esperti Giovanni Cardinale (CNI), Domenico Prisinzano (ENEA), Francesco Foltran e Federica Bardini (BM&A Studio legale associato), in un fitto dibattito tecnico su temi come fotovoltaico, ecobonus, sismabonus, cessione del credito e sconti in fattura, interventi trainanti e molto altro.
“Il problema è complesso e interessa aspetti molti diversi, non solo quelli tecnici ma anche economici, fiscali, giuridici e questo richiede una multidisciplinarietà di risposte – è il commento di Giovanni Cardinale, Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri -. È un tema importante per i professionisti, ma anche per la società, poiché è stato un argine al declino del settore dell’edilizia che dormiva da troppo tempo. Questo però ha comportato anche dei rischi nella gestione e nell’impennata di un mercato che non era abituato a fare i conti con questo tipo di richieste e che ora fa un po’ fatica”.
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